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TEMI TRASVERSALI AI CASI
Tema 1
Significatività della formazione per la professione
- Tema 2 -
Motivazione ed atteggiamenti verso la formazione
Tema 3
Andare oltre il modello scolastico
Tema 4
Flessibilizzare e personalizzare la formazione
Tema 5
Formazione breve
Tema 6
Atteggiamento sfavorevole alla Formazione a Distanza
Tema 7
Problemi di frequenza per la distanza
Tema 8
Numerose edizioni dello stesso corso
Tema 9
Formare per l'expertise
Tema 10
Cosa imparare e come
Tema 11
Le leve dell'apprendimento

Come usare questo ambiente di apprendimento
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Tema 2

Motivazione ed atteggiamento verso la formazione


Gli atteggiamenti dei partecipanti, o dei potenziali partecipanti, verso la formazione viene ritenuto uno dei fattori critici del successo della formazione stessa.

Come si usa dire, siamo nella società della conoscenza e dell'apprendimento continuo, ma tutte le rilevazioni sulla partecipazione degli adulti alla formazione ci dicono che solo una percentuale minima degli stessi (circa il 5%) prende parte ad attività di formazione.

La formazione pare non essere percepita come un mezzo adatto ad affrontare e risolvere i problemi che si incontrano nelle attività professionali. Pare, anche, che  a volte non sia percepita neppure l’esistenza di un  “problema”.

Le persone adulte non sembrano essere motivate a prendere parte in modo consistente ad attività formative, anche quando queste intercettano esigenze reali o si propongono di intervenire su conclamate debolezza aziendali ed imprenditoriali (caso 5).

La motivazione alla propria formazione è importante anche ai fini di conseguire degli apprendimenti significativi ed utili in esito all'impegno messo nel partecipare alla formazione: questo fatto è riportato nel caso 5, controllo di gestione PMI, dove si evidenzia che per poter apprendere è necessario dedicare energie e tempo, che non basta limitarsi all'ascolto ma è necessario esercitarsi anche oltre la frequenza in aula.

Nello stesso caso viene evidenziata la tendenza alla richiesta di una formazione sempre più breve, indicatore di una limitata motivazione all'impegno formativo dovuto, forse, alla percezione di relativa utilità della formazione.

Per contro, il caso 7, bilancio di competenze, segnala il successo di un'offerta di formazione, pur organizzata secondo modalità non convenzionali, proprio perché nel contesto organizzativo in cui questa era ed è presente un diffuso atteggiamento favorevole alla formazione.

Nel tentativo di comprendere le dinamiche che determinano la motivazione alla formazione  si potrebbero prendere in considerazione anche le argomentazioni sviluppate nel tema 1, significatività professionale della formazione, che, in estrema sintesi, ci dice che la partecipazione convinta ed impegnata alle attività formative è strettamente correlata con la percezione della sua utilità professionale.

Altro elemento di scarsa motivazione alla partecipazione alla formazione pare essere quello della sua obbligatorietà, come ben evidenziato nel caso 3, formazione di base neo-assunti, e nel caso 4 formazione alla sicurezza . 

La scarsa, o limitata, propensione alla formazione potrebbe essere dovuta ad esperienze non tanto convincenti, in termini di risultato, con precedenti attività di formazione. Forse tanta formazione è stata solo superficiale, “interessante”  ma con limitate ricadute applicative.

Forse, la ragione di questa limitata utilità potrebbe essere dovuta ad un setting formativo eccessivamente  strutturato secondo un modello scolastico  (Tema 3) e centrato su Contenuti e sulla loro trasmissione decontestualizzata e non applicativa.

Miglioramenti nella direzione di una formazione utile, potrebbero essere dati da:
  • L’adozione di una prospettiva costruttivista che pone al centro della didattica il significato dei “contenuti” per la persona che apprende e considera l’apprendimento sempre situato nelle specifiche realtà dove esso viene utilizzato e la conoscenza come uno strumento per risolvere problemi, ovvero “conoscenza concettuale” (vedi Tassonomie della conoscenza),
  • Lo sviluppo di attività didattiche per l’apprendimento significativo, che può essere visto come l’opposto della memorizzazione;
  • La valorizzazione, anche all’interno della formazione strutturata, delle forme dell’ apprendimento naturale, che è la modalità di apprendimento che le persone attivano quotidianamente,
  • L’organizzazione delle attività formative più che in “corsi”, in ambienti di apprendimento attorno a Compiti significativi, magari in contesti di apprendimento collaborativo che utilizzano, come risorse per l’apprendimento tanto l’esperienza (propria e altrui), che la conoscenza distribuita nella propria comunità di pratica.


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